Non fanno più notizia, le ondate di caldo in sé. Forse perché l’attuale anomalia termica sembra perdurare da mesi. In questi giorni l’enfasi è piuttosto sulla possibilità di blackout dovuti alla domanda troppo elevata, un rischio del quale sentiremo sempre più spesso parlare.
Tra i rischi legati ai cambiamenti climatici, l’interruzione di servizio da parte delle utility viene sempre citata negli studi di settore, ma di norma come conseguenza di disastri ambientali e non della domanda abnorme. Eppure sembra proprio che le utenze civili abbiano un ruolo fondamentale nel determinare il picco dei consumi.
Diciamo che non si tratta proprio di un esempio di wisdom of the crowds: è invece un campo dove probabilmente un po’ di regolamentazione (necessariamente impopolare…) farebbe il bene di tutti, imprese e cittadini. Perché alla fine il disagio di un eventuale blackout è per tutti, e ben più grande che sopportare il caldo di giorno: penso soprattutto alle temperature esageratamente basse che ci accolgono in tanti centri commerciali. E alle "ondate di calore" che colpiscono i passanti al di fuori dagli esercizi che hanno sistemato l’unità esterna del condizionatore verso il marciapiede…
[photo CC Jan Tik – some rights reserved]